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Psicodiagnosi

Lo sviluppo della capacità di apprendere e di vivere con gli altri si differenzia significativamente in ogni bambino, adolescente o giovane, a seconda delle potenzialità presenti e delle esperienze realizzate nel corso della crescita.

Talvolta comunque, si rende necessario riconoscere il significato di segni che si presentano con una certa regolarità e sembrano indicare un’evoluzione non caratteristica di qualche funzione psicologica (es. linguaggio, apprendimento, motricità. attenzione, comportamento ecc.), o dell’assetto generale della personalità.            

Si profila allora la necessità di approfondire questi indizi, affidandosi a professionisti esperti, per meglio comprendere che cosa stia avvenendo nella mente dei bambini o dei ragazzi. 

A volte è possibile ricondurre questi inaspettati disfunzionamenti a disagi, dei quali si conoscono le cause, i modi di manifestarsi e gli esiti, previsti anche dai codici diagnostici in corso. Altre volte invece, i sintomi presentati non sono ancora tali da essere caratteristici di una diagnosi.   

L’attribuire una diagnosi, o il ricercare un significato a dei sintomi, rende necessaria un’osservazione degli aspetti della personalità per i quali i genitori chiedono chiarimenti.  

La modalità utilizzata per l’osservazione e la diagnosi è la seguente:

  • si approfondiscono In uno o due colloqui con i genitori i motivi della loro richiesta, raccogliendo informazioni sui sintomi da capire, sull’ambiente di vita del figlio (famiglia e/o scuola);
  • si valutano eventuali documentazioni fornite a questo riguardo (possibili osservazioni precedenti, documenti clinici di varie provenienze) ;
  • si raccoglie un’accurata anamnesi;
  • si stabilisce in quale modo accogliere la/il figlia/o per l’osservazione, qualora venga ritenuta necessaria,
  • si procede, in quattro/cinque incontri (di massima un’ora l’uno), tramite colloqui con la /il bambina/o o l’adolescente, e l’uso di test adeguati per valutare gli aspetti del funzionamento psichico, interessati dai sintomi raccontati dai genitori;
  • si riferiscono, in un successivo incontro con i genitori, le conclusioni diagnostiche, e vengono fornite e discusse le possibili risposte agli interrogativi da loro espressi. Si indicano, soprattutto, i rimedi a quanto è stato possibile osservare e/o diagnosticare. Nel caso si tratti dell’osservazione di un adolescente, le conclusioni possono essere fornite anche a lui, valutando con i genitori le modalità.

I suggerimenti che vengono dati più frequentemente a favore di bambini o adolescenti sono i seguenti:

  • proposte generali di tipo psicoeducativo da realizzare in famiglia e/o a scuola,
  • miglior organizzazione del tempo libero per ottimizzare la qualità della vita,
  • counseling psicoeducativo per i genitori.
  • intervento psicoterapico,
  • intervento psicomotorio,
  • intervento logopedico,
  • intervento per incremento di abilità cognitive,
  • intervento mirato a potenziare abilità scolastiche

Alcuni di questi interventi sono realizzati in sede, ma qualora non fosse possibile, possono essere indicati ai genitori altri riferimenti.                                      

Quando è necessaria, si propone una riosservazione, a distanza di tempo da stabilire di caso in caso.

E’ prassi consolidata dell’attività psicodiagnostica, fornire sempre alle famiglie un dettagliato resoconto scritto di quanto è stato possibile osservare.

Certificazione D.S.A.
La legge 170/2010 definisce le norme in materia di diagnosi per disturbi specifici di apprendimento (D.S.A.), quali: dislessia, disortografia, disgrafia, discalculia, che si manifestano in maniera significativa soprattutto  in ambito scolastico.                                                                                    

Dal 24.9.2013, la Regione Lombardia ha esteso la possibilità  che gli accertamenti diagnostici necessari al riconoscimento di  questo tipo di problematiche,  oltre che dal Servizio Sanitario Nazionale, possano essere realizzati  anche da specialisti o strutture accreditate. Lo Studio Scotti  ha ottenuto questo riconoscimento e risulta quindi nell’elenco degli enti accreditati da Regione Lombardia, con il numero 182.Le diagnosi rilasciate da strutture private “autorizzate” continuano ad essere riconosciute egualmente valide rispetto a quelle di servizi pubblici, a condizione che:

  • Le certificazioni siano redatte su una modulistica apposita e predefinita indicata da Regione Lombardia, e sottoscritta da neuropsichiatra e/o psicologo che operano in un’équipe composta da: neuropsichiatra – psicologo – logopedista.
  • Le prime certificazioni per D.S.A. siano firmate da professionisti riconosciuti da Regione Lombardia. Per ogni prima certificazione – a meno che non sia stato precedentemente documentato – è obbligatorio anche un esame neurologico effettuato dal/dalla  neuropsichiatra, che non va ripetuto in quelle successive, per le quali è sufficiente la sola firma dello psicologo, o del neuropsichiatra.
  • Le certificazioni, vincolando il consiglio di classe alla stesura di un piano didattico personalizzato, possono essere aggiornate su consiglio del professionista certificante e/o del consiglio di classe.

Profili diagnostici per studenti con B.E.S. (bisogni educativi speciali)

Nella pratica clinica con l’età dello sviluppo, si incontrano sempre più spesso:  disturbi evolutivi specifici in fase di strutturazione o già strutturati, condizioni psicopatologiche più o meno conclamate, forme di disagio sociale e culturale  che non necessariamente prevedono le tutele scolastiche della legge 104/92 o 170/2010,  ma che  –  osservate addirittura in adolescenza per la prima volta – rendono problematica la possibilità di conseguire le competenze previste dalla programmazione  el MIUR  per gli ordini di scuola che stanno frequentando questi studenti.   

Il 27.12.2012 il M.I.U.R. ha perciò emanato una Direttiva Ministeriale che, nelle sue intenzioni originarie, vorrebbe maggiormente favorire l’inclusione scolastica di quegli alunni che, per svariate ragioni, faticano considerevolmente a realizzare il loro diritto allo studio.

Questo provvedimento è stato emanato  per ogni studente che “con continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta”.

L’attribuzione di un “bisogno educativo speciale” secondo la direttiva ministeriale su citata:

  • prevede una forma di “protezione” scolastica sotto forma di P.D.P. (Piano Didattico Personalizzato) simile a quella che spetta ad alunni con d.s.a;
  • non è stabilita da un équipe, ma dal Consiglio di classe, che – in presenza di difficoltà di questo tipo, anche se non diagnosticate, riconosce le tutele necessarie che potrebbero agevolare l’apprendimento e lo studio.
  • E’ evidente però che un attento percorso diagnostico che spieghi le ragioni e la dinamica delle difficoltà, permetterà una condivisione, e quindi una più precisa presa in carico da parte di scuole e famiglie.

Si è constatato con una certa frequenza che, laddove gli istituti scolastici hanno riconosciuto ad uno studente il B.E.S. il percorso scolastico dello studente o della studentessa ne ha beneficiato  in termini di qualità dell’apprendimento.

Abbiamo attribuito questi miglioramenti, oltre che ai provvedimenti pedagogici utilizzati, al fatto che:

  • è stato possibile suggerire ai docenti informazioni per la predisposizione del piano didattico personalizzato, previsto per questi alunni e/o studenti.
  • la diagnosi avanzata, o la spiegazione delle difficoltà a scuola, ha permesso alle famiglie di comprendere meglio il rapporto tra le difficoltà di apprendimento/studio ed i problemi dei figli non sempre dipendenti dalla scuola, ma messi in evidenza proprio dalla necessità di frequentarla.
  • La relazione scritta consegnata ai docenti ha permesso spesso una maggior collaborazione tra scuola e famiglia, proprio perché basata su una condivisione.